...non voleva farlo...l'instintualità insita nella sua natura comunicava con la sua mente divina e artificiale, impedendo alla scatola in cui si trovava suo malgrado di muoversi e di agire...ciò che vedeva, la realtà..? si sfaldava rivelando l'inconsistenza e il paradosso...il corpo, scatola prigione del suo pensiero, adesso aveva senso...era grazie a quest'involucro che il pensiero, o l'anima, non si smaterializzava nell'infinito, o meglio, nel nulla.
Il ritorno nel paradosso della realtà, difficile straniante e...paradossale, significava entrare nella commedia della vita, creando una tensione verso la vita che risultava essere maggiore del vivere vero e proprio...più pensava di voler vivere, più si trovava relegato a vivere nella sua testa.
I rapporti con le altre persone erano presenti, ma nella sua testa, come in un teatro...il lasso di tempo infinitamente piccolo che scorreva tra ciò che accadeva e la rappresentazione di ciò nella sua mente, era per lui infinitamente dilatato...
Solo nel oppure fuori dall'infinito paradosso della realtà.
Tutto ciò era inverosimile, era vita e morte insieme, tutto e nulla...un limbo...in the limbo limbo rock...
Echi della realtà lontana rimbalzavano nelle pareti del suo cranio. Pareti che oramai erano mondo, reale realtà nella quale vivere. Statue di donne leggiadre, un'enorme tartaruga millenaria...ma in fondo a tutto ciò c?era odore di battaglia, scontro, lotta per la vita. Contro cosa? un'identità malvagia? lui stesso? o meglio una parte di lui?
Paura vuoto nulla
20061029
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